Quasi ogni pomeriggio dopo il lavoro, e la domenica anche in mattinata, il Palle potevi incontrarlo al bar della Naida o alla vineria al 10 in piazza San Giusto.
Lui stava dall’altra parte della piazza, la attraversava e passava qualche ora tra una partita a carte e un bicchiere di vino alla sera, sempre accompagnato dal sigaro e circondato da amici.
Alle domande sul rugby ti guardava, accendeva il sigaro, e rispondeva. La sua risposta era lapidaria, non ammetteva repliche, chiudeva il discorso. E se era il caso ti dava anche del “matto”, quando andava bene…
Da sempre dentro la Società, è stato un uomo schietto che, proprio per la sua storia personale, poteva permettersi di esserlo sempre e con chiunque, e ha sempre considerato il Vasari Rugby come la sua seconda casa. Chi ci ha scambiato due chiacchiere sa che le ultime vicende societarie gli stavano a cuore, ne soffriva al punto di aver cominciato a disertare il campo anche se poi era sempre informato su tutto e su tutti.
Il Vasari perde un pezzo della sua storia, perde un riferimento e perde una persona esemplare; perde tutto quello che Fabrizio Nofri, conosciuto come “il Palle”, ha dato in questi anni di passione, servizio, competenza e attaccamento ai nostri colori.
La grande famiglia del Vasari saluta Fabrizio e abbraccia la moglie, i figli e i nipoti.